La d eufonica si usa solo nei casi di iniziale omofona, per evitare l’incontro di due vocali uguali. Si ricorre, infatti, alle forme ad, ed, solo quando la parola che segue inizia rispettivamente con a, e, eccetto per espressioni quali “ad esempio”, “uno ad uno”, “ad eccezione”, “ad opera di” e per altri rari casi suggeriti dall’eufonia in cui viene mantenuta. La d eufonica non si usa, invece, nei seguenti casi: quando è seguita da un segno di interpunzione; davanti a nomi che iniziano con la lettera h.
L’apostrofo, che indica l’elisione di una lettera o di una sillaba, va usato nei seguenti casi: da’ (quando è l’imperativo del verbo dare; la terza persona singolare dell’indicativo presente si scrive “dà” per non confonderlo con la preposizione semplice “da”); di’ (quando è l’imperativo del verbo dire); fa’ (quando è l’imperativo del verbo fare); va’ (quando è l’imperativo del verbo andare); po’ (quando sta per “poco”); mo’ (quando sta per “modo”). Si usa l’apostrofo, con la curva verso destra (’) e non verso sinistra (‘), nelle date in sostituzione del millennio o del secolo.