Il libro prende le mosse dalla lezione gobettiana, per poi indagare lo spazio della scelta – spazio del dubbio, della possibilità, della costruzione di sé come individui – attraverso le suggestioni di opere letterarie che ci mostrano esseri umani di fronte a un bivio. Nel mito, nell’epica e nel grande romanzo moderno, la Scelta ha sempre qualcosa di radicale, di estremista, e soprattutto di durevole. Oggi invece ci si trova esposti a miriadi di opzioni evanescenti, che durano un’ora, una settimana, un mese.
L’identità “allargata” di cui hanno parlato alcuni sociologi sembra essere l’approdo di una volontà di vivere su più fronti insieme e allo stesso tempo, perché scegliere davvero comporterebbe anche il rischio di non piacere; scegliere definitivamente significa rinunciare a qualcosa.
C’è ancora una possibilità di scegliere proprio per non essere come tutti? Ed «è ancora possibile prendere decisioni radicali, accettare il rischio, percorrere una strada fino in fondo?».