Regole generali per il correttore di bozze
- Punteggiatura e spazi
- Accenti e apostrofi
- Maiuscole e minuscole
- Corsivo e grassetto
- Virgolette
- Capoversi
- Citazioni
- d eufonica
- Titoli di capitolo e di paragrafo
- Elenchi
- Note a piè di pagina
- Richiami bibliografici
Ogni redazione fornisce al correttore di bozze una guida che contiene le norme e criteri redazionali, ovvero l’insieme di regole da seguire per la correzione e l’uniformità dei testi riguardo l’utilizzo di corsivo, caporali, spaziature, date, nomi propri, anni, numeri, note a piè di pagina, citazioni, bibliografia. Fondamentale risulta infatti la coerenza delle norme redazionali, indice di professionalità da parte di un editore. Di seguito vengono fornite le norme redazionali generali che si applicano per la correzione di un testo.
Punteggiatura e spazi
- Eliminare i doppi spazi tra una parola e l’altra (si può fare automaticamente con il comando trova “__” [digitare due spazi] e sostituisci “_” [digitare uno spazio]).
- I segni di punteggiatura (. , : ; ! ? …) vanno sempre attaccati alla parola che precede e staccati con uno spazio dalla parola che segue (anche qui si può usare il comando trova: “ .” [digitare: spazio – punto] e sostituisci “.” [digitare: punto].
- I puntini di sospensione sono sempre in numero di tre, è consigliato utilizzare l’apposito carattere “…”, anche questi, come gli altri segni di punteggiatura, vanno attaccati alla parola che precede e staccati con uno spazio dalla parola che segue.
- Controllare che alla fine di ogni frase (specialmente se si va a capo) ci sia il punto fermo “.” oppure il punto esclamativo “!” o interrogativo “?” seguiti da lettera maiuscola. In alcuni casi, dopo il punto esclamativo o i puntini di sospensione è possibile usare anche la minuscola (se . ! ? si trovano all’interno delle virgolette di una citazione non è richiesta la maiuscola se poi la frase procede).
- Le parentesi tonde (____) vanno in apertura staccate con uno spazio dalla parola che precede e attaccate alla parola che segue, in chiusura attaccate alla parola che precede e staccate con uno spazio dalla parola che segue, stessa cosa vale per le virgolette alte “_” e i caporali «_».
- Apostrofi e virgolette non orientati non sono corretti: non ' e " ma ‘_’ e “_” (basta selezionare la conversione tra gli strumenti di correzione automatica oppure usare il comando trova-sostituisci).
- Controllare che le parentesi e le virgolette siano sempre chiuse.
- L’apostrofo va sempre attaccato alle parole che precedono e/o seguono.
- Il trattino breve “-” che si usa solitamente per le parole composte va attaccato alle parole che precedono e seguono.
- Il trattino medio “ – ” si usa per gli incisi e va sempre separato con uno spazio dalle parole che precedono e seguono.
Accenti e apostrofi
- È obbligatorio l’accento su determinati monosillabi che potrebbero generare ambiguità: è (verbo essere) – e (congiunzione); dà (verbo dare) – da (preposizione); sì (affermazione) – si (pronome); sé (pronome riflessivo, ma “se stesso” senza accento) – se (congiunzione); dì (nel senso di giorno) – di (preposizione); né (negazione) – ne (pronome); la (articolo) – là (avverbio di luogo) li (pronome) – lì (avverbio di luogo).
- Richiedono invece l’apostrofo: po’ (poco); mo’; di’ (imperativo: tu dici); be’ (bene, è accettata anche l’esclamazione “beh”); fa’ (imperativo: tu fai); sta’ (imperativo: tu stai); va’ (imperativo: tu vai).
- “un” femminile seguito da parola iniziate per vocale vuole l’apostrofo (un’amica); un maschile non lo richiede mai (un amico) – stessa regola vale per i composti: “nessun altro – nessun’altra”; “qualcun altro – qualcun’altra”.
- Non vanno mai accentati: no; so; sto; sta; qui; qua; su; fu; va e fa (terza persona singolare).
- Vogliono l’accento acuto: perché, finché, giacché, altroché, poiché, dopodiché, affinché, cosicché, granché, dacché, café, mercé, poté, scimpanzé, viceré, testé, macché…
- Vogliono l’accento grave: è, ahimè, caffè, cioè, ohimè, piè, tè (bevanda, e non the), anche tutte le parole di derivazione francese: bignè, canapè, gilè, bebè, lacchè…
- Vanno accentate anche: però, così, ciò, perciò, giù, più, lì, là e le forme del passato remoto e del futuro (rifletté, andrò, farò, finì, andò, dirà).
- Anche le vocali maiuscole vanno accentate: È, É, Ì, Ò, À.
- Vanno accentati i composti di tre: ventitré, trentatré ecc. e i giorni della settimana.
- Gli aggettivi tal e qual non vogliono l’apostrofo: qual è, qual era.
Maiuscole e minuscole
- È in generale sconsigliato usare il maiuscolo per tutte le lettere di una parola o di una frase durante la narrazione, a meno che non si tratti di sigle.
- I nomi dei mesi, dei giorni della settimana e delle nazionalità vanno minuscoli.
- I nomi di stati esteri, continenti, città e aree geografiche o suddivisioni storiche e politiche vanno maiuscoli: Roma, Italia, Europa, America, il Lazio, l’Impero Romano.
- I nomi comuni che fanno parte di nomi propri, esempio: il Monte Bianco.
- Nomi di vie e piazze: via Roma, piazza Garibaldi.
- I nomi dei monumenti e i nomi astronomici vanno maiuscoli: la Torre di Pisa, Urano, ma sole, luna e terra intesi in senso generico vanno minuscoli.
- Si usa la lettera minuscola per i termini geografici comuni: il mare, a nord, il territorio ligure, l’equatore, i tropici, le stelle, il mar Mediterraneo.
Corsivo e grassetto
Il corsivo va usato per:
- Titoli di volumi o di articoli.
- Singoli termini o brevi espressioni in lingua straniera o che si intenda evidenziare, e per i quali non si ritenga di utilizzare gli apici singoli.
- Citazioni latine: nei volumi di argomento antichistico si adotta normalmente il corsivo sia in corpo minore sia nel testo (senza virgolette); è possibile tuttavia anche utilizzare le stesse norme delle lingue moderne: «tondo», riservando il corsivo per singole parole o espressioni da mettere in evidenza. La sospensione di citazione va segnalata con … (non […]).
Il grassetto e il sottolineato vanno in genere evitati sia nel testo sia nelle note, salvo casi eccezionali.
Virgolette
In tondo tra virgolette, sempre uncinate (dette anche basse o caporali [« »]), vanno poste le citazioni brevi che non siano in corpo e giustezza minore, nonché tutte le citazioni all’interno delle note per le quali sia previsto tale criterio. Per evidenziare singoli termini usare gli apici doppi orientati a destra e a sinistra (detti anche virgolette inglesi o intelligenti [(“ ”]). L’apostrofo viene reso sempre con apice singolo orientato a sinistra [’], non spaziato. È essenziale in ogni caso evitare l’uso degli apici diritti non orientati (') che è impossibile sostituire con apici orientati se non intervenendo in modo semimanuale, caso per caso.
Capoversi
Nel testo: a margine, quando seguono a Titoli di qualsiasi livello e dopo le citazioni in corpo e giustezza minori; rientrati in tutti gli altri casi.
- Nelle citazioni in corpo e giustezza minori: a margine all’inizio della citazione, rientrati quelli.
- Nelle note: non ci sono mai capoversi.
Citazioni
- Quando le citazioni sono più lunghe di 3 righe vengono evidenziate in corpo minore tondo rientrato a destra e a sinistra, senza « », con un’interlinea vuota sopra e sotto.
- L’inizio è sempre a margine, anche se è costituito da un inizio di capoverso del testo originale.
- Le parti all’interno della citazione che vengono omesse devono essere segnalate con puntini di sospensione entro parentesi quadre […] con spazio prima e dopo le parentesi: solo nel caso dei testi greci e latini si usano i puntini di sospensione, spaziati prima e dopo, senza parentesi.
- I numeri di rimando delle note vanno sempre posti generalmente dopo la punteggiatura.
d eufonica
Se ne suggerisce l’uso per separare solo la stessa vocale.
Titoli di capitolo e di paragrafo
I capitoli vengono indicati con numeri romani (I, II, III), centrati.
- I titoli di capitolo, ove presenti, vanno centrati, in maiuscolo.
- I titoli dei paragrafi, se presenti, vanno numerati con numeri arabi in tondo (senza ripetere il numero del capitolo), allineati a margine, testo in maiuscoletto.
- I titoli dei sottoparagrafi, a loro volta numerati con numeri arabi in tondo (es.: 1.1.; 1.2.; 2.1.; 2.2. ecc.), vanno in corsivo e allineati a margine (se possibile, evitare titoli di paragrafo dal terzo livello in poi). Evitare il punto finale e, per quanto possibile, la punteggiatura all’interno di titoli e sottotitoli.
Elenchi
Elencazioni di termini, serie di brevi enunciati e casi vari che risultano ‘appesi’ a una enunciazione iniziale, dove i singoli items sono introdotti da: 1) 2) 3) ... a) b) c) ..., oppure serie di trattini:
- Mettere a margine i numeri o le lettere e allineare i testi a un rientro fisso, sempre inferiore al rientro di capoverso.
- Se all’interno degli items ci sono punti fermi, iniziarli tutti con lettera maiuscola e terminarli con punto.
Note a piè di pagina
Autori
Nomi e cognomi degli Autori vanno in tondo, ma è possibile utilizzare anche il maiuscoletto.
Citazione dei nomi propri degli Autori
Per ogni pubblicazione si decide preventivamente se: a) citarli sempre o solo la prima volta per esteso; b) citarli sempre o solo la prima volta con sole iniziali; c) citarli (per esteso o abbreviati) soltanto in bibliografia e non nelle note (salvo casi di ambiguità).
Citazione della Casa Editrice
Per ogni libro si decide preventivamente se insieme al luogo di edizione sia opportuno citare gli editori. Se gli editori vengono citati, vanno inseriti dopo il luogo di edizione, preceduti e seguiti da virgola.
Citazione del luogo di edizione
Il luogo di edizione di un’opera pubblicata all’estero non va tradotto in italiano.
Citazione di volume
Autore, Titolo, luogo (, editore,) anno (numero dell’ultima edizione in esponente) ed eventualmente anno di ed. precedente tra parentesi.
Quando il titolo di un volume contiene il titolo di un’opera, è preferibile non utilizzare l’alternanza corsivo/tondo. Vengono introdotte in questo caso le virgolette « ».
Volume con traduzione
Se si cita dall’edizione originale: Autore, Titolo originale, dati ediz. origin. (trad. it. Titolo traduz., dati ediz. tradotta).
Citazione della Collana
Ove ritenuto necessario, si segnala la Collana di cui un’opera fa parte, e l’eventuale numero assegnato al volume, in parentesi tonde, tra virgolette uncinate, facendo precedere il numero da una virgola.
Miscellanea con curatore/i
Per opere italiane: Curatore/i (a cura di), Titolo, ulteriori dati bibliografici.
Per opere straniere si seguano le norme dell’area linguistica. Esempi: inglese e spagnolo: ed. / eds.; francese: ed., oppure éd. / éds., oppure éd. par; tedesco: Hg., oppure hg. von.
Se i curatori sono più di tre, si sostituiscono i nomi dopo il primo con: et al.
Saggio in miscellanea
Autore, Titolo saggio, in Curatore/i, Titolo miscellanea, dati ediz., p./pp.
Periodici
Vengono citati come segue: «Titolo periodico [per esteso o abbreviato secondo gli usi]» numero [sempre arabo] del volume (anno), event. numero [arabo] del fascicolo. Il numero del fascicolo deve necessariamente essere indicato nei casi in cui la numerazione delle pagine dei fascicoli che compongono un’annata non sia continua. Negli altri casi viene di norma omesso.
Articolo in periodico
Autore, Titolo articolo, «Periodico» numero (anno), [event.] fasc., p. / pp. Quando si fornisce l’indicazione bibliografica completa, indicare anche la pagina iniziale e pagina finale dell’articolo.
Quotidiani
Autore, Titolo articolo, «Testata», data.
Tesi di laurea
Autore, Titolo, Tesi di laurea, a.a., Università degli Studi (rel. prof. Nome Cognome).
Richiami bibliografici
Opera già citata
- Autore, cit. / op. cit., p./pp.
- Autore, Titolo abbreviato, p./pp. (senza virgola tra titolo e cit.).
Il nome proprio dell’Autore – salvo in caso di ambiguità – viene indicato solo nella citazione per esteso e omesso nei richiami.
Citazione dell’ultima opera
- Citazione identica: ibidem.
- Citazione dell’ultima opera, ma diverso luogo: ivi, p./pp.
È meglio evitare l’uso di ibidem e ivi nelle note quando l’opera di riferimento non è immediatamente individuabile nella nota precedente.
Opera diversa dello stesso Autore citato in precedenza
- / Ead., Titolo, altri dati bibliografici.
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